ARCHIVIO CENTRALE GENERALE DEI GIUSEPPINI DI MURIALDO

Antonio Rossaro trascorre buona parte della sua formazione giovanile in seno alla comunità dei Padri Giuseppini di Murialdo, frequentando le loro scuole a Rovereto e a Volvera, ed anche per periodi più brevi in altre sedi. Verrà alla fine licenziato dall’ordine senza arrivare alla conclusione degli studi teologici. Un piccolo nucleo di documentazione è stato reperito sviluppando un contatto con don Giovenale Dotta dell’Archivio Centrale Giuseppino di Roma il quale riferisce che presso il loro istituto è possibile consultare una scheda e un fascicolo personale (ACG, 3.6.1.) a lui intestati, pur essendo la documentazione conservata in quest’ultimo molto scarsa (poche carte e qualche fotografia). In particolare:

  • Carta manoscritta datata 29 luglio 1902: attestazione di studi relativa all’anno scolastico 1901-1902 del chierico Antonio Rossaro, in “Filosofia nella logica e Metafisica”, rilasciata dal padri francescani di San Rocco di Rovereto.
  • Carta manoscritta datata 29 luglio 1902: attestazione di studi relativa all’anno scolastico 1901-1902 del chierico Antonio Rossaro, in “Filosofia nella logica e Metafisica”, rilasciata dal padri francescani di San Rocco di Rovereto.
  • Lettera manoscritta datata 5 agosto 1937: Antonio Rossaro risponde, su carta intestata della Campana dei Caduti di Rovereto, a precedente lettera di un interlocutore non meglio identificato dell’Ordine dei Giuseppini (forse di Oderzo), una lettera con svariati richiami ai tempi andati e a persone conosciute in comune presso un certo Oratorio. Fa riferimento a un suo articolo del 1933 pubblicato su “Opitergium” e dedicato a Don Murialdo.
  • Ritaglio stampa del febbraio 1952: necrologio per la morte di Don Rossaro pubblicato su “Vita Giuseppina” (numero del febbraio 1952, p. 28) sotto al titolo “Un illustre antico allievo”.
  • Lettera dattiloscritta datata 15 aprile 1966: firmata da un Arturo Melotti di Rovereto, indirizzata a un Don Antonio non meglio identificato, in cui si parla anche di Don Antonio Rossaro.
  • Ritratto fotografico (non datato) di Don Antonio Rossaro con le insegne della Commenda della Corona d’Italia e quelle del Sovrano Ordine Militare di Malta
  • Ritratto fotografico di gruppo in cui compaiono quattro confratelli giuseppini della comunità di Bassano nel 1907, tra cui Antonio Rossaro (a mano si trovano indicati i nomi delle persone).

Altre notizie su Antonio Rossaro presso i Giuseppini si possono rintracciare sui Verbali del Consiglio Generalizio e sul ‘Diario’ di Padre Eugenio Reffo, al tempo vicario generale della Congregazione di San Giuseppe, e su qualche altro documento. In particolare (come riportato da Giovenale Dotta):

  • 1900, 3-12 settembre. Antonio Rossaro partecipa agli esercizi spirituali con vari confratelli giuseppini, a Volvera; al termine degli esercizi spirituali comincia il noviziato (Reffo, Diario).
  • 1900, 12 settembre. Antonio Rossaro inizia il noviziato, costituito allora da un biennio di preparazione prima di emettere la professione religiosa nella Congregazione di San Giuseppe (cf. Professioni e elenco confratelli, registro presente in ACG, Giuseppini, 3.6.0, b. 1, fasc. 1, già denominato “registro A”, p. 128). (Va ricordato che talvolta non si concedeva il permesso di emettere la professione religiosa al termine dei due anni di noviziato, ma per vari motivi si poteva anche prolungare il periodo di prova, come di fatto avvenne per Rossaro).
  • 1902, 12 maggio. Rossaro è a Rovereto, dove lavora nell’orfanotrofio tenuto dai Giuseppini. Di lui si dice nella riunione del Consiglio generalizio del 12 maggio 1902: «Anche il Rossaro presta buon aiuto; si esprime il desiderio che egli venga a passare qualche tempo in noviziato» (Verbali Consiglio Generalizio, 12 maggio 1902).
  • 1902, 17-26 agosto, fa gli esercizi spirituali a Volvera, con un gruppo di religiosi giuseppini (Reffo, Diario).
  • 1903, 27 agosto. Rossaro emette per la prima volta i voti religiosi (fa cioè la sua prima professione: cf. Professioni e elenco confratelli, registro presente in ACG, Giuseppini, 3.6.0, b. 1, fasc. 1, già denominato “registro A”, p. 128).
  • 1903-1904 (anno scolastico), maestro di prima elementare nel Patronato San Giuseppe di Bassano, dei Giuseppini del Murialdo (Reffo, Diario).
  • 1904, 3 agosto, con un gruppo di religiosi giuseppini inizia gli esercizi spirituali a Oderzo (Reffo, Diario).
  • 1904-1905 (anno scolastico), maestro di prima elementare nel Patronato Leone XIII di Vicenza, dei Giuseppini del Murialdo (Reffo, Diario).
  • 1905, 24 marzo. «Si esamina se il Confratello Rossaro assegnato alla Casa di Vicenza sia ammissibile agli ordini minori; si decide in favore quando abbia subìto un esame di S[acra] Teologia» (Verbali Consiglio Generalizio).
  • 1905, 12 giugno. Gli viene accordato il permesso di accedere agli ordini minori (Verbali Consiglio Generalizio).
  • 1905, 3 agosto, con un gruppo di religiosi giuseppini inizia gli esercizi spirituali a Oderzo (Reffo, Diario).
  • 1905-1906 (anno scolastico), appartiene alla comunità giuseppina di Modena (Istituto Sacro Cuore, un collegio con scuola interna) (Reffo, Diario).
  • 1906, 2-11 agosto, con un gruppo di religiosi giuseppini fa gli esercizi spirituali a Oderzo (Reffo, Diario).
  • 1906-1907 (anno scolastico), appartiene alla comunità giuseppina di Bassano (Reffo, Diario).
  • 1907, 23 maggio. Mentre Rossaro si trova a Bassano, in una riunione del Consiglio Generalizio si sottolinea qualche difetto nel suo comportamento: «Furono ammoniti i chierici Rossaro e Barbolini pel poco buon spirito, pel frequente disaccordo e contegno poco lodevole, non però in cose di rilievo» (Verbali Consiglio Generalizio).
  • 1907, 1° agosto, inizia gli esercizi spirituali a Oderzo, con un gruppo di religiosi giuseppini (Reffo, Diario).
  • 1907, 27 agosto. Il Consiglio Generalizio prende la decisione di dimetterlo dalla congregazione (Verbali Consiglio Generalizio).
  • 1907, 12 settembre. Don Eugenio Reffo scrive a don Maurizio Chamossi, procuratore generale, sulla necessità di chiedere alla Santa Sede la dispensa dai voti religiosi emessi per un triennio dal chierico Antonio Rossaro: «Le domande di dispensa da farsi sono: una per Rossaro chierico Antonio di Rovereto, che nel 1906 fece la professione ad triennium; esce perché egli stesso domandò di uscire, non sentendosi più chiamato ad una vita di ritiratezza e di ubbidienza. La Pia Società poi lo lascia andare volentieri perché fattosi colpevole di varie gravi mancanze, che dinotavano perdita di vocazione. Egli è nato l’8 giugno 1883. Si domanderebbe la dispensa di due anni» (lettera di don Reffo a don Chamossi, Torino, 12 settembre 1907).
  • 1908, 22 aprile. Nel verbale di una riunione del Consiglio Generalizio si legge: «Si dà lettura di una lettera di un Confratello licenziato (Antonio Rossaro chierico) che lamenta il modo usatogli nel congedo chiedendo ora soccorso in denaro. Si è d’avviso di soccorrere il richiedente disapprovando il modo irriverente con cui si esprime, ma non si ammette il contegno usato dal Direttore locale all’uscita del Confratello» (Verbali Consiglio Generalizio, alla data).

GLI ARCHIVI DI CENESELLI

Nel 1911 Antonio Rossaro diviene sacerdote e, come primo incarico pastorale, viene mandato quale vicario parrocchiale (Cappellano) a Ceneselli, un piccolo centro di qualche migliaio di anime ai margini della provincia di Rovigo. Qui il giovane sacerdote non tarda a divenire personaggio di riferimento per la comunità. Pur impegnato in tutte le iniziative propagandistiche dell’irredentismo, le manifestazioni per l’interventismo prima e di aiuto ai soldati in guerra poi, che lo porteranno spesso a Rovigo, rimarrà legato a Ceneselli fino al 15 maggio 1916 quando lo abbandonerà definitivamente inviato dal Vescovo a Rovigo alla direzione de “Il popolo”, il periodico diocesano.
Della presenza di Rossaro a Ceneselli rimangono tracce in due archivi, l’archivio parrocchiale e l’archivio comunale. Di seguito un resoconto a partire dai materiali inviati da Gabriele Antoniolli e da quanto ricavato dalla consultazione dell’inventario dell’Archivio storico comunale (disponibile in rete).

Archivio parrocchiale

Nucleo di carte sciolte in una busta intestata “Antonio Rossaro”

Raccolta di documentazione miscellanea (carte manoscritte, documentazione a stampa e fotografica) senza alcuna particolare collocazione archivistica, semplicemente conservata in una busta con intestazione del nome di Antonio Rossaro. L’elenco delle carte può essere così riordinato:
Documentazione dell’epoca della presenza di Rossaro a Ceneselli

  • 1915 marzo: Cartolina postale autografa – Rovigo (ritratto di Rossaro)
  • 1918, 8 dicembre: Cartolina autografa (ritratto di Rossaro)
  • 1919, 26 ottobre: Discorso in onore della Madonna del Parto che si venera in Ceneselli (a stampa)
  • 1920, 15 maggio: Minuta di versi in occasione vestizione don Felice Regazzo
  • 1920, 21 luglio: Lettera autografa inviata da Rovigo nell’occasione della sua partenza (c.i. Alba Trentina)

Documentazione di epoca successiva

  • 1943, 19 luglio: Composizione dedicata a S.A. E.ma Lodovico Chigi Albani (a stampa)
  • 1943, 8 settembre: Composizione dedicata a S. Em. Card. Alfredo Ild. Suster (a stampa)

Documentazione post mortem

  • 1952, 5 febbraio: Articolo “A un mese dalla morte del trentino don Antonio Rossaro” (a stampa – in copia?)
  • 1998, novembre: Notizia a stampa con citazione di A.Rossaro (mensile dell’Accademia dei Concordi)

Documentazione non identificata

  • s.d.: Foto senza data di prelato non identificato (forse il Regazzo?).

Archivio storico comunale

Anno 1916, Categoria 14, Oggetti diversi

“richiesta in informazioni sullo stemma di Lendinara e Badia per conto dell’abate Rossaro profugo trentino, residente a Ceneselli (dicembre 1915)”.

Anno 1926, Categoria I Amministrazione, Classe 2, Fascicolo 1: Archivio

“carteggio con padre Vittore da Rovigo (già parroco a Ceneselli, al secolo don Felice Regazzo) riguardo a documenti consultati da don Rossaro quando era a Ceneselli allo scopo di scrivere una storia del paese”.

Anno 1936, categoria I Amministrazione, Classe 5

“[…] inviti e il materiale a stampa per il Primo giubileo sacerdotale di don Antonio Rossaro reggente l’Opera della campana ai caduti di Rovereto”. Si segnalano qui: invito a stampa alle celebrazioni, lettera inviata da Ceneselli di messaggio di auguri, risposta di Rossaro di sentito ringraziamento per il messaggio ricevuto; messaggio (su biglietto a stampa s.d.) al Duce in cui Rossaro invoca infine il sostegno necessario per l’erezione della Torre delle Genti per la Campana dei Caduti.

ARCHIVIO DI STATO DI ROVIGO

All’Archivio di Stato di Rovigo si conserva un nucleo di carte in un sottofascicolo del 1920 intestato “Don Rossaro cav. prof. Antonio. Istanza di nomina a R. Subeconomo”. Si tratta di una breve raccolta di carte relativa alla domanda avanzata da Antonio Rossaro per accedere all’incarico di sub economo dei benefici vacanti per Adria-Polesella-Rovigo. Si conservano anche due carte relative alla analoga domanda avanzata nel 1919. (Riferimenti archivistici: Fondo della Prefettura di Gabinetto del 1920 (I° versamento), busta 20, fascicolo “Clero”). La documentazione si rivela di qualche interesse soprattutto per le notizie curricolari relative ad Antonio Rossaro a margine della domanda e per i pareri espressi sul suo conto dagli uffici estensori delle missive.

[1919], nota curricolare compilata da Antonio Rossaro
Nota curricolare non datata (ma del 1919) con cui Antonio Rossaro verosimilmente accompagna la propria domanda di subentro nella carica di Subeconomo dei benefici vacanti a Rovigo rimasta scoperta (nel fascicolo non si conserva però tale lettera). Nella nota, prima dell’elenco dei titoli, vi è il cappello “D. Antonio Rossaro, di Rovereto, per la sua propaganda irredentista, esulato in Italia alla vigilia della Grande Guerra, fu più volte condannato dalla Piazza Forte di Trento e dal Tribunale di Innsbruck.”. Segue l’indicazione delle principali attività svolte negli anni della guerra a Rovigo, delle proprie pubblicazioni di ispirazione patriottica e letteraria, degli incarichi in associazioni patriottiche e della propria affiliazione alle accademie scientifiche e letterarie di Rovereto (Agiati), Roma (Arcadia) e Rovigo (Concordi). In chiusura, dopo l’elenco delle attività più o meno simile a quello poi spedito l’anno successivo (di cui sopra), chiude con “Il Governo lo nominò testé Cavaliere della Corona d’Italia: ed è il primo, ed oggi l’unico, ecclesiastico trentino, insignito di tale onorificenza.”.

29.9.1919, lettera della Questura alla Prefettura di Rovigo
Lettera su carta intestata della “R. Questura di Rovigo” (protocollata il 2 ottobre con n° 586-10 fab), a firma (non leggibile) de “Il Questore Reggente”. Si tratta di una breve informativa acquisita dalla Prefettura sul conto di Antonio Rossaro. Si legge che “Dalle accurate informazioni assunte il Cav. Prof. Rossaro Antonio risulta di ottima condotta morale. Egli attualmente è direttore della Rivista Alba Trentina, ed insegnante di lettere nel locale Ginnasio, e membro di numerosi comitati patriotici. Egli ha molte conoscenze con persone influenti della città, è in buoni rapporti con il Vescovo, e si reca tutti i giorni a celebrare la messa nella Chiesa di San Francesco. Versa in discrete condizioni economiche.”.

2.10.1919, minuta di lettera della Prefettura di Rovigo al Ministero di Grazia Giustizia e dei Culti
Nota manoscritta vergata sul retro della informativa della questura del 29.IX [vedi sopra], di cui riprende il protocollo, che in base all’informativa stessa trasmette al Ministero di Grazia Giustizia e dei Culti a Roma la domanda di Antonio Rossaro “[…] con la quale chiede di essere nominato Subeconomo del BB.VV. a Rovigo in sostituzione del defunto ingegnere Piva Comm. Remigio.”. A supporto del parere favorevole del Prefetto, si riportano le benemerenze del Rossaro nei seguenti termini: “Il Prof. Rossaro è persona di ottima condotta morale e politica e di sentimenti schiettamente patriottici. Oriundo di Rovereto, per la sua propaganda irredentista, fu più volte condannato dal cessato governo austriaco. / Durante la guerra fece parte in Rovigo di comitati di resistenza interna. Fu fondatore di riviste ed è autore di diversi libri inspirati al più puro amor di Patria. / Di elaborata coltura. È membro dell’Accademia Scientifica degli Agiati di Rovereto, dell’Accademia dell’Arcadia di Roma e dell’accademia scientifica e letteraria dei Concordi di Rovigo. / Attualmente è insegnante supplente di belle lettere al R. Ginnasio Liceo di questa città. / [firmato] Il Prefetto”.

5.5.1920, lettera di Antonio Rossaro inviata alla Prefettura di Rovigo
Su carta intestata della rivista ‘Alba Trentina’, si tratta della presentazione da parte di Antonio Rossaro della “domanda di concorso a sub. economato dei beni vacanti di Adria, Polesella Rovigo”. Si citano quali titoli di merito, “Più che la mia modesta propaganda, assolutamente doverosa ad un irredento, […] le diverse condanne inflittemi dall’Austria, la distruzione completa della mia casa, la decimazione della mia famiglia, per 4 anni martirizzata nel confino austriaco.”. Si fa riferimento ad alcuni “modesti lavorucci” allegati, come anche a una “una noticina pro-memoria, che mi fu chiesta, già parecchio tempo fa, per lo stesso motivo” che risulta anch’essa conservata nel fascicolo. Compilata in terza persona, questa nota curricolare, del tutto analoga a quella scritta l’anno precedente [vedi sopra], descrive brevemente in forma di elenco le principali attività svolte negli anni della guerra a Rovigo (“fondò la ‘Famiglia trentina’ in Rovigo, fu presidente del Segretariato del Soldato, della Lega delle famiglie dei prigionieri di guerra. Membro dei Comitati: ‘Pro profughi’, ‘Pro Liberati liberatori’, ‘Pro bandiera alla Città di Levico’, ‘Pro onoranza a Battisti, Chiesa e Filzi, ‘Pro monumento al Fante, sul S. Michele (?), ecc.”), ricorda la fondazione di “Alba trentina” ed elenca i titoli delle proprie pubblicazioni di ispirazione politica e letteraria, ricorda quindi l’affiliazione alle accademie scientifiche e letterarie di Rovereto (Agiati), Roma (Arcadia) e Rovigo (Concordi), ricorda il titolo di Cavaliere e le iniziative in favore del monumento roveretano alla memoria di Damiano Chiesa e Fabio Filzi e alla Pala di San Marco nella Chiesa di San Marco di Rovereto, infine l’attività in corso d’insegnamento a Rovigo.

18.5.1920, minuta di una lettera inviata dal Prefetto di Rovigo al Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti
La lettera ha per oggetto “Rossaro cav. Prof. Antonio, istanza di nomina a Subeconomo BB.VV.”. Si tratta della trasmissione a Roma della domanda avanzata da Antonio Rossaro “con la quale chiede di essere nominato Subeconomo dei BB.VV. Di Adria-Polesella-Rovigo”. Il Prefetto, inviandola, esprime il suo parere favorevole nei seguenti termini: “Come ha già riferito il mio predecessore con nota 2 ottobre 1919 n° 586/10 fab [vedi sopra] il prof. Rossaro è persona di ottima condotta morale e politica, fornita di larga cultura. Durante la guerra si è reso benemerito in questa città per l’opera svolta in seno ai vari comitati di propalazione civile. Mi permetto pertanto esprimere parere favorevole all’accoglimento della di lui istanza.”.

ARCHIVIO PROGETTI DELLO IUAV

All’Archivio Progetti dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) si conserva il fondo di Giorgio Wenter Marini (architetto e artista, 1890-1973) cugino di Antonio Rossaro (le rispettive madri erano sorelle). I due cugini, pur seguendo due percorsi di vita diversi e professionalmente distanti, rimangono regolarmente in contatto. Allo scoppio della prima guerra mondiale Giorgio Wenter, fresco di laurea a Monaco, diserta la chiamata asburgica alle armi e si sposta in Italia, inizialmente raggiungendo proprio il cugino Antonio a Rovigo. Questi non perde un attimo per sfruttare il talento artistico del giovane cugino e lo coinvolge in alcune delle sue più importanti iniziative patriottiche di quegli anni, due su tutte: la realizzazione della serie di dodici cartoline illustrate intitolata “Il Trentino durante la guerra” e distribuite per la propaganda irredentista-interventista; l’impostazione grafica e illustrazione della rivista ‘Alba Trentina’ (che Antonio fonderà sul finire del 1916). La collaborazione continua anche quando Giorgio Wenter si sposta a Roma dove trova lavoro come disegnatore di reperti archeologici prima, architetto poi (lavorò fino al 1919 nello studio di Marcello Piacentini): qui, per vincere la diffidenza patriottica verso il suo cognome ‘tedescofono’, diventa Giorgio Wenter Marini con l’aggiunta del cognome da nubile della madre. Il 1° gennaio del 1918 i due cugini si ritrovano a Rovigo: nella chiesa di San Francesco Antonio Rossaro sposa il cugino con Rosina Trombella di Rovigo. Ci vorrà ancora qualche anno perché i due si ritrovino, in via definitiva, nella natia Rovereto. Quando vi rientra Rossaro, chiamato nel 1921 a dirigere la Biblioteca civica, Giorgio Wenter è già rientrato (nel 1919) chiamato da Giuseppe Gerola, nominato dopo la guerra alla direzione dell’Ufficio Regionale per i Monumenti, le Belle Arti e le Antichità di Trento, a occuparsi della ricostruzione postbellica; anche il vescovo di Trento Celestino Endrici lo chiamerà a collaborare al restauro e risanamento degli edifici religiosi danneggiati dalla guerra. Tra il 1922 e il 1925 Antonio Rossaro chiama a collaborare il cugino Giorgio Wenter nell’impresa della Campana dei Caduti, sopratutto nella produzione grafica di illustrazioni e stampati vari con i quali il monumento viene in svariati modi e occasioni promosso, propagandato e infine celebrato. Intanto l’architetto, superato il periodo dell’emergenza postbellica, viene inquadrato negli uffici tecnici dell’amministrazione pubblica provinciale presso la quale lavora fino al 1927 quando, in seguito ad un esubero di personale verificatosi nella circostanza della separazione e riorganizzazione delle due province di Trento e Bolzano, viene licenziato. La perdita del lavoro in una circostanza burocratica del genere è, per Giorgio Wenter Marini (con sulle spalle una moglie e due piccoli bambini), un duro colpo. In seguito al rigetto del suo ricorso (ufficialmente per un vizio di forma) cade in una profonda depressione per la quale viene sottoposto a cure psichiatriche prima ad Affori (MI), poi a Pergine Valsugana. Esce dalla drammatica situazione, sua e della famiglia rimasta priva di sostentamento, grazie all’intercessione di persone influenti che riescono a fargli avere la nomina a insegnante nel 1928. Inizia così una seconda vita di Giorgio Wenter Marini, del tutto segnata dall’attività didattica svolta con grande passione nelle scuole di formazione tecnica. Il primo incarico lo riceve a Cortina d’Ampezzo dove si trasferisce con la famiglia, poi seguirà l’incarico a Cantù e infine a Venezia dove risiederà con la famiglia fino alla morte, avvenuta nel 1973. Anche dopo la sventura del 1927 i due cugini rimasero ancora in rapporti epistolari senza però avere più l’occasione di significative collaborazioni. Nel 1952, alla scomparsa di Antonio Rossaro, Giorgio Wenter Marini impagina e da alle stampe il suo testamento spirituale e ne disegna la tomba in cui il sacerdote viene sepolto in un primo tempo, al cimitero di Rovereto.
Il fondo Giorgio Wenter Marini è stato depositato presso l’Archivio Progetti dello IUAV dalla figlia Eliana Wenter Marini. Da allora non è stato ancora oggetto di un riordino archivistico e non vi sono quindi apprezzabili strumenti di consultazione. Pur essendo un fondo di natura prettamente professionale, si è tentato comunque di vagliare il corposo nucleo di corrispondenza (quattro faldoni di carte organizzati perlopiù in svariati sottofascicoli) alla ricerca di tracce documentali del rapporto con Antonio Rossaro. In realtà anche la corrispondenza si è rivelata essere perlopiù di natura professionale riguardando le vicende legate all’attività di tecnico dell’amministrazione prima e di insegnante poi; poche carte di natura più personale sono invece relative a vicende biografiche di Giorgio Wenter Marini (un nucleo consente di ricostruire bene le disavventure sopra riferite) o strettamente familiari, in buona parte ben posteriori alla morte di Antonio Rossaro e riguardanti i figli). Le uniche tracce del rapporto tra i due cugini conservate nell’archivio di Giorgio Wenter Marini si trovano in una raccolta di campioni di stampa del suo lavoro grafico intitolata “Cartoline ex libris annunci”: vi si trovano la cartoline a stampa disegnate per la Campana dei Caduti, una copertina di “Alba Trentina”, la copertina del volume di Rossaro “Trentino nostro”, un ex libris disegnato per Rossaro. Si segnala inoltre uno stampato intitolato “Nozze Spitaleri-Wenter” celebrativo del matrimonio della sorella Pina composto da versi a firma di Antonio Rossaro illustrati con incisioni di Giorgio Wenter Marini (non datato ma del 1919).

ARCHIVI ALLA FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO

La Fondazione museo storico del Trentino conserva diversi fondi documentali in cui permane traccia dell’opera di Antonio Rossaro, soprattutto per quanto concerne gli anni della prima guerra mondiale e delle attività connesse da questi coordinate o in cui fu coinvolto. Inoltre lo stesso Museo storico del Trentino (già Museo del Risorgimento) si è incrociata con la figura e l’opera di Rossaro e, per questo, sue tracce si trovano già nelle carte di corrispondenza del fondo istituzionale del Museo storico, soprattutto in relazione al ruolo del sacerdote roveretano alla direzione di “Alba Trentina”. Altre tracce di Don Rossaro si trovano poi in alcuni fondi conservati presso l’istituto, sempre in riferimento alle attività di questi durante il periodo della prima guerra mondiale o negli anni del dopoguerra.

Fondo istituzionale prodotto dal Museo Storico del Trentino:
Riefrimenti individuati nei Libri di protocollo della corrispondenza:

  • (1921) 3/3: Scambio inerente informazioni su volontari caduti in guerra (17 dicembre 1921 – 8 febbraio 1922).
  • (1922) 44/4: Scambio inerente informazioni su indirizzi di alcuni caduti in guerra roveretani.
  • (1923) 497: Richiesta rivolta dal Museo ad Antonio Rossaro per poter disporre di una raccolta completa di “Alba Trentina” (3 aprile 1923).
  • (1923) 589: Il Museo invia ad Antonio Rossaro informazioni richieste sulle motivazioni per il riconoscimento di medaglie d’oro (16 giugno 1923).
  • (1923) 696/4: Antonio Rossaro invia la raccolta completa di “Alba Trentina” e il Museo ringrazia (14 novembre 1923, 22 successivo).
  • (1925) 1828/4: Il Museo sottoscrive un abbonamento ad “Alba Trentina” (15 novembre 1925).
  • (1928 ?) 2360/4: Richiesta del Museo ad Antonio Rossaro (bibliotecario a Rovereto) di un volumetto su Antonio Rosmini e ringraziamento successivo (16 maggio, 1928 ?). Altro scambio per scambi di stampati.
  • (1939) 7784/1: Lettera inerente una Madrina della Campana dei Caduti.
  • (1939) 7856/4: Lettera inerente una medaglia commemorativa della Campana dei Caduti.

Fondo Cesare Battisti
Antonio Rossaro era personalmente amico di Cesare Battisti (di otto anni più anziano) e, dopo la morte di questi, fu un intraprendente organizzatore di celebrazioni del martire per eccellenza dell’irredentismo trentino (assieme ai roveretani Damiano Chiesa e Fabio Filzi). Alla Fondazione museo storico del Trentino si conserva il fondo archivistico di Cesare Battisti, in anni recenti riordinato e inventariato. Il nome di Rossaro ricorre in un unico fascicolo in cui si conservano due carte inviate da Rossaro a Battisti:

  • Fasc. CB 174: una cartolina a stampa del 1916 dedicata ai “ventun giovani garibaldini fucilati in Trento il XVI aprile MDCCCXLVIII” illustrata da Giorgio Wenter Marini e con un testo a stampa a firma “Antonio Rossaro sac. Trentino” indirizzata a Battisti presso il Comando della 1a Armata in zona di guerra;
  • Fasc. CB 174: un biglietto da visita a stampa, probabilmente di accompagnamento della cartolina a stampa stessa, di “Ab. Sac. Antonio Rossaro, membro dell’I. [sfregiato] R. Accademia roveretana degli Agiati e dell’Arcadia di Roma” con scritto a mano un breve messaggio datato a margine “Ceneselli (Rovigo), 14.4.16”.

Fondo Ernesta Bittanti Battisti
Il Fondo di Cesare Battisti è parte di un complesso più ampio di fondi archivistici conservati alla Fondazione museo storico del Trentino relativi alla Famiglia Battisti, tutti nel complesso fatti oggetto di riordino archivistico e inventariazione. Rossaro tenne contatti con la vedova Battisti, Ernesta Bittanti, nel cui fondo si trovano diverse carte di corrispondenza in entrata di Rossaro. In particolare:

  • Fasc. EB 60: Lettera di Antonio Rossaro, su carta intestata della Campana dei Caduti, datata 8 giugno 1924. Si parla della visita di Ernesta Bittanti al modello della Campana dei Caduti e, soprattutto, alla possibilità di partecipare alla cerimonia della fusione durante la quale, chiede Rossaro, dovrebbe prestarsi “a gettare nella massa incandescente alcuni anellini d’oro che mi furono promessi da alcune signore (Madrine) […]”.
  • Fasc. EB 68: Lettera di Antonio Rossaro, su carta intestata della Biblioteca civica di Rovereto, datata 3 giugno 1929. Rossaro ringrazia la signora Ernesta Bittanti per il dono fatto di carte manoscritte di Cesare Battisti alla biblioteca civica di Rovereto (appunti per un discorso pubblico a Rovereto del 1909).
  • Fasc. EB 132: Lettera di Antonio Rossaro, su carta intestata della Campana dei Caduti, datata 16 maggio 1938. Rossaro segnala la paternità di una ‘epigrafe’ citata in una pubblicazione curata da Ernesta Bittanti (note a margine della risposta).
  • Fasc. EB 235 (I°): Lettera di Antonio Rossaro, su carta intestata della Campana dei Caduti, datata 29 aprile 1924. Invito di Rossaro rivolto ad Ernesta Bittanti ad andare a vedere il modello della Campana dei Caduti, che si trova nello studio dello scultore Stefano Zuech [vedi anche EB 60], e invito a fornire un pensiero come chiesto anche a D’Annunzio (da incidere nella Campana?). Ringrazia inoltre per un manoscritto di Battisti di cui “la città [Rovereto] gliene sarà grata” [vedi EB 68] e fa riferimento alla raccolta di notizie sulla famiglia di origine di Cesare Battisti.
  • Fasc. EB 308 (II°): Lettera di Antonio Rossaro, su carta intestata della Campana dei Caduti, datata 17 maggio 1935. Rossaro argomenta le ragioni per cui non acconsente a che la Campana dei Caduti suoni nel giorno della traslazione della salma di Cesare Battisti (come da più parti richiestogli), in ottemperanza allo statuto della Campana e al suo principio ideale sovranazionale.
  • Fasc. EB 323: Lettera di Antonio Rossaro, datata Rovigo, 8 settembre 1916. Rossaro accenna al busto marmoreo commemorativo di Cesare Battisti in via di realizzazione (a Rovigo) e ai preparativi per la relativa cerimonia d’inaugurazione. Chiede quindi ad Ernesta Battisti, a nome del Comitato per la Bandiera a Levico, di partecipare ad una solenne cerimonia.
  • Fasc. EB 325: Biglietto da visita dell’ “Ab. Sac. Antonio Rossaro, membro dell’I.R. Accademia roveretana degli Agiati e dell’Arcadia di Roma”, con vergato a mano l’indirizzo a Rovigo e la data 10 agosto 1916 e cartolina a stampa de “Il Comitato pro bandiera a Levico nel trigesimo della impiccagione di Cesare Battisti” con versi composti dallo stesso Rossaro (con firma manoscritta in calce).

Fondo Famiglia del volontario trentino

Serie 3. “Carteggio dell’associazione”

Fasc. 15 “Don Rossaro. Alba trentina”

L’associazione “Famiglia del volontario trentino” fu fondata a Firenze nel 1915 da tre donne di origine trentina con lo scopo di assistere materialmente e moralmente tutti i volontari trentini che si arruolavano nell’esercito italiano durante il primo conflitto mondiale. Antonio Rossaro fu in contatto con l’associazione negli anni della guerra in cui ne sosteneva e affiancava le attività di propaganda e sostegno ai volontari trentini. Non mancano notizie su volontari e altre circostanze, notizie di scambi di opuscoli, biglietti e volantini, scambi per revisione bozze di articoli e altre iniziative di “Alba trentina” e anche del “Comitato pro bandiera di Levico”.
Nel fascicolo 15 della Serie 3 si conservano circa 18 carte di corrispondenza (perlopiù lettere, qualche biglietto a stampa) datate tra il 1916 e il 1918, con qualche allegato. Le lettere sono perlopiù su carta intestata della rivista “Alba trentina”; un biglietto a stampa è come Direttore della Biblioteca e della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo; una cartolina a stampa (con testo di Rossaro) è della Società di Cultura di Rovigo. Una lettera (del 4 dicembre 1916) riporta incollato un piccolo ritaglio stampa tratto dal Corriere della sera del 20 novembre 1916 con la notizia del processo per alto tradimento intentato presso il Tribunale di Innsbruck contro Antonio Rossaro. Tutte le lettere hanno superato il vaglio della censura. Unitamente si conserva qualche stampato.

Fondo Marchesa Gemma Guerrieri Gonzaga

Busta 14, fasc. 4, corrispondenza

Busta 16, fasc. 1, corrispondenza

La Marchesa Gemma Guerrieri Gonzaga (1877-1928), fu la prima e principale artefice delle iniziative per rintracciare e far rimpatriare i trentini prigionieri in Russia durante la Grande Guerra. Pur essendo la famiglia residente nel Regno d’Italia, nacque nei pressi di Avio da Oddone de Gresti per molti anni diplomatico per il Regno d’Italia in Russia e russa per parte di madre, godeva di varie conoscenze e appoggi che le permisero di svolgere questa attività filantropica fin dall’avvio della Grande Guerra. Ne tratterà anche “Alba Trentina” in un articolo a lei dedicato del 1917 (“La Marchesa Gemma Guerrieri Gonzaga”, pp. 278-281) e poi in altri due del 1919 e del 1923 dedicati al problema dei prigionieri di guerra: circostanza che spiega facilmente il contatto con Antonio Rossaro.
Alla Fondazione museo storico del Trentino si conserva copia microfilmata di un complesso di carte di corrispondenza ancora conservate in originale presso gli eredi della Marchesa. Tra queste carte si conservano anche lettere di Antonio Rossaro che hanno per oggetto soprattutto l’Opera Campana dei Caduti e le cerimonie per la commemorazione dei caduti di Passo Buole.

ACCADEMIA ROVERTANA DEGLI AGIATI

L’Accademia roveretana degli Agiati di Scienze, Lettere ed Arti, annovera dal 1913 tra i suoi soci Antonio Rossaro. Questo testimonia di come questi, pur essendo a Rovigo dal 1908, non rompe mai il contatto con gli ambienti culturali della sua città d’origine (dove rientrerà nel 1921). Nell’archivio dell’istituto si conserva un fascicolo a lui intestato (Fasc. 698) mentre qualche altra carta di corrispondenza si trova anche in altri due fascicoli appartenenti ad altri nuclei documentali conservati nell’archivio dell’Istituto riferibili a corrispondenti di Rossaro (Fasc. 1096.17 e Fasc. 1385.3). In particolare:

Fascicolo “Rossaro Antonio”

Archivio dell’Accademia roveretana degli Agiati di Rovereto / Serie “Soci” / Sottoserie

“Fascicoli personali dei soci” (Fasc. 698)

Il fascicolo è organizzato in tre sottofascicoli:
698.1 “Dati bibliografici, 1913”,
698.2 “Corrispondenza 1913-1958”,
698.3 “Attività del socio”.
I tre sottofascicoli contentono:

  • Sottofasc. 698.1: Il fascicolo intitolato “Dati biobibliografici” contiene in realtà una raccolta di documentazione relativa alla sua morte, necrologi e ritagli stampa, di quotidiani e periodici trentini e non solo, alcuni dei quali in ricorrenze successive (il trigesimo, l’erezione di un busto in sua memoria, ecc.). Si segnalano: un estratto stampa dal periodico di “Atti” dell’Accademia (Vol. 2, serie V, 1954) con ricordo biografico di Antonio Rossaro; due stesure dattiloscritte del discorse tenuto durante le esequie di Antonio Rossaro (il 7 febbraio 1952) da Livio Fiorio, presidente dell’Accademia e del Museo della Guerra.
  • Sottofasc. 698.2: Raccolta di carte di corrispondenza inviate al Presidente dell’Accademia ed alcune minute. In particolare: (15.XII.1913) lettera di Antonio Rossaro di accettazione e ringraziamento per l’ammissione; (5.V.1920) lettera di Antonio Rossaro con offerta di un gonfalone da parte di “Alba Trentina” (allegata minuta della risposta); (20.I.1936, 10.III.1937) lettere di Antonio Rossaro di segnalazione di nominativi per eventuale nomina come socio accademico (anche con referenze biobibliografiche); (15.XII.1939) lettera di Antonio Rossaro con richiesta di convocazione di una seduta; (1.X.1948) lettera di Antonio Rossaro al Presidente dell’Accademia con richiesta di patrocinio per la pubblicazione del suo “Dizionario biografico trentino”; (16.III.1950) minuta della lettera del Presidente dell’Accademia ad Antonio Rossaro con gli auspici per una pronta guarigione;
  • Sottofasc. 698.3: Raccolta di alcuni ritagli da stampa quotidiana inerenti la Campana dei Caduti, un articolo di Antonio Rossaro sulla figura di Filippo Tranquillini (comparso in due puntate sul “Brennero” del 23 e 24 luglio 1938), un articolo dedicato alle celebrazioni del Giubileo Sacerdotale di Antonio Rossaro a Rovereto. Unitamente si conservano due stampati della Campana dei Caduti.

Fasc. 1096.17: “Rossaro Antonio”

sta in : Archivi personali e di enti / Archivio di Luigi Miorandi / Serie “Corrispondenza con persone”

Raccolta di cinque carte di corrispondenza, tra cartoline a stampa, biglietti e una lettera, inviate da Antonio Rossaro a Luigi Miorandi tra il 1923 e il 1947. Si segnala una lettera di convocazione del 17 ottobre 1923 (per il venerdì 19) in Biblioteca Civica per una posa fotografica (anche con Fortunato Depero e Riccardo Zandonai).

Fasc. 1385.3: “Documenti di Ugo Salvotti”

sta in : Donazioni / Piccole donazioni / Salvotti Ugo (donatore)

Lettera del 10 giugno 1924, su carta intestata della Biblioteca Civica, in cui Antonio Rossaro chiede di avere in dono o deposito la Biblioteca della Famiglia Salvotti.

FONDAZIONE MUSEO CIVICO DI ROVERETO

Alla Fondazione Museo Civico di Rovereto si conserva un consistente nucleo di carte di corrispondenza dell’archeologo Paolo Orsi (1859-1935), figura eminente della cultura archeologica italiana del primo ‘900. Fin da giovane fu attivo nel contesto culturale di Rovereto in generale, e all’interno del Museo Civico in particolare. Nonostante l’attività di archeologo lo abbia portato lontano dal Trentino per buona parte della sua vita, non staccò mai i contatti con la sua città di origine. Paolo Orsi fu membro del Curatorio della Biblioteca Civica di Rovereto all’epoca della direzione di Antonio Rossaro con cui fu dunque in diretto contatto; Rossaro stesso, d’altro canto, fece di tutto per riuscire ad acquisire la biblioteca dello studioso nel patrimonio della biblioteca civica da lui diretta. Nel 2013 sono pervenute al Museo Civico di Rovereto, dagli eredi, circa 8000 lettere dell’archivio di corrispondenza ricevuta, un nucleo di documentazione che si credeva disperso. Almeno 11 di queste sono lettere inviate da Antonio Rossaro (per la precisione sono nove lettere e due cartoline) in un intervallo di tempo che va dal 1919 al 1928.