Se il 1924 è l’anno della fusione della Campana, il 1925 è l’anno della sua consacrazione e dell’installazione e definitiva inaugurazione al Castello di Rovereeto. Tutto inizia il 23 maggio 1925 quando un lungo corteo a scorta della Campana parte da Trento (1-3) alla volta di Rovereto. Le cronache raccontano di una festosa accoglienza lungo tutto il percorso con tappe celebrative nei vari paesi attraversati. Il 24 maggio avviene il trionfale ingresso della Campana dei Caduti a Rovereto, su un carro trainato da cavalli (4-7). Sistemata in Piazza Rosmini (8-10), alla presenza della Regina Madre e svariate altre autorità e rappresentanti delle istituzioni (11-13), viene consacrata con solenne cerimonia da parte del Vescovo di Trento Celestino Endrici (14-17). Bisognerà aspettare l’autunno per il trasporto e la sistemazione della Campana sul Torrione Malipiero del Castello (18-21), operazione tuttaltro che semplice per l’epoca. Il 4 ottobre 1925, alla presenza del Re, si svolge in pompa magna la cerimonia d’inaugurazione. Suonarono allora i primi rintocchi della Campana (22-26). Antonio Rossaro raggiunge così il traguardo di vedere realizzato il sogno milanese di cinque anni prima e la sua figura rimarrà per tutto il resto della vita legata a questo monumento (28-29) di cui seguirà tutte le difficili vicissitudini (una rifusione e altre avventure e disavventure, soprattutto negli annia della seconda guerra mondiale in cui il bronzo rischiò di tornare cannone) e di cui sarà instancabile cerimoniere. Suonarono allora i primi rintocchi della Campana (22-26): Antonio Rossaro vede raggiunto il sogno di una sera a Milano di cinque anni prima e da allora fino alla fine rimase l’instancabile cerimoniere del monumento. Finirà per immedesimarsi con l’impresa della Campana dei Caduti nell’iconografia locale (28-29) riscuotendo ampi riconoscimenti ma suscitando anche dicerie e sospetti che lasceranno tracce perfino negli archivi della Polizia politica fascista (30-31).